Iodio, tiroide e radiazioni: facciamo chiarezza.

In questi giorni ci stanno arrivando davvero numerose richieste di clienti che cercano un integratore di iodio da tenere in casa per sicurezza.

La paura è quella, purtroppo, di essere esposti alle radiazioni potenzialmente dannose in caso succedesse qualcosa di drammatico e dovessero arrivare nelle nostre zone.

In questo articolo vogliamo spiegarvi a cosa serve lo iodio e se è utile tenerlo in casa o meno.

iodio e tiroide

Innanzitutto spieghiamo in maniera semplice a cosa serve lo iodio: 

si tratta di un elemento indispensabile per il buon funzionamento della tiroide e della produzione degli ormoni tiroidei.

In genere, per gli adulti, la quantità giornaliera raccomandata è quella di 150 mcg/giorno.

Negli integratori, per legge, la quantità giornaliera massima è di 225 mcg/giorno.

In caso di radiazioni, e quindi dell'arrivo di iodio radioattivo, è importantissimo saturare la tiroide con una corretta quantità di iodio "buono" ( in genere sotto forma di ioduro di potassio), in modo che non ci sia più lo “spazio” perché possa assorbire lo iodio radioattivo, per la precisione, il radioisotopo iodio-131).

In questo caso, il dosaggio si alza in maniera esponenziale e per un adulto è di circa 130 milligrammi.

Ovvero, facendo i conti, sono 130mila microgrammi: quasi 578 volte la dose giornaliera massima in un integratore!

È necessario saturare la tiroide prima che arrivi l'ondata radioattiva, quindi chiaramente il tempo utile per farlo varia in base alla distanza dove l'incidente potrebbe avvenire.

iodio 01

In questi casi, la protezione civile ha un piano per somministrare, partendo da donne in gravidanza, bambini e persone giovani, pastiglie concentrate di iodio, persino in monodose.

Le pastiglie di iodio, comunque, non offrono protezione contro altri elementi radioattivi da cui occorre ripararsi con modalità differenti (cesio-137, stronzio-90, polonio-210, uranio, plutonio e nettunio, che scatenerebbero la cosiddetta malattia acuta da radiazioni o un possibile aumento di patologie emopoietiche).

Assumere anzitempo altissime concentrazioni di iodio può essere pericoloso per la funzionalità tiroidea. 

Inoltre, assumere anche normali quantità di integrazione di iodio in soggetti ipertiroidei o con tiroiditi autoimmuni, come ad esempio la Hashimoto, è estremamente dannoso.

Ecco invece quando lo iodio è d'aiuto:

Assumere iodio in quantità limitate ai suggerimenti di legge, per un periodo limitato di due o tre mesi, può essere d'aiuto per il metabolismo tiroideo e il metabolismo basale in soggetti sani o in soggetti ipotiroidei (in questo caso, solo sotto prescrizione medica) che non stanno facendo esami ematici per la valutazione del giusto dosaggio della levotiroxina, ovvero il famoso "Eutirox".

Insomma, per chi è sano, il beneficio è un po' come quello di andare per un po' al mare o di utilizzare il sale iodato.

Lo iodio è altresì importante per:

  • il trofismo della pelle
  • il buon funzionamento del sistema nervoso
  • il metabolismo energetico
  • le funzioni cognitive.

L'assunzione di iodio, che è ad esempio naturalmente presente nelle alghe marine come la fucus e la kelp (anche dette laminaria o alga bruna) ha lo scopo di stimolare la tiroide a produrre più ormoni, aumentando il metabolismo corporeo e bruciando più calorie. 

E’ utile quindi in caso di diete per la perdita di peso.

Si tratta indubbiamente di un valido aiuto, specie per chi vive in aree a carenza iodica e non assume adeguate quantità di sale iodato.

Con questo articolo speriamo di avervi fatto comprendere come l'assunzione di iodio sia pericolosa da fare con il fai-da-te, quando possa essere utile e quando invece dannosa, e che dosaggi altissimi e anomali vanno assunti solo in caso di vera necessità e solo su indicazione delle autorità.